Gli Olivi in Toscana

Che l’olivo sia una pianta caratterizzante della Toscana è indubbio ed alternandosi a cipressi, vigne, boschi cedui e morbide colline con I suoi casali contribuisce a definire quel ritratto così unico e rilassante di una delle regioni più conosciute al mondo. È però curioso constatare, e non tutti lo sanno, che l’ulivo in Toscana è una tradizione antica ma non millenaria come per esempio per altre regioni dell’Italia meridionale.
Sicuramente l’olivastro, varietà selvatica spontanea della macchia mediterranea, era una pianta autoctona sulle coste italiane ma non veniva innestato a frutto ne’ trapiantato negli oliveti per produrre olio. È anche documentata la presenza di olivi, anche se poche unità, nei giardini e nelle ville Toscane in età romana ma anche qui non finalizzati alla produzione di olio ma semplicemente con scopo ornamentale.
Diversa cosa era nelle regioni meridionali probabilmente già sotto l’influenza della Magna Grecia, diversi secoli avanti la nascita di Cristo, l’olivo si era diffuso e con esso l‘ olivicoltura per la produzione di olio di oliva.
In Toscana l’olio veniva importato e prevalentemente utilizzato dalle famiglie bene per un uso alimentare,
ma veniva anche usato per fare I saponi e nel trattamento delle lane grezze.
Fu nel XV secolo che la famiglia dei Medici, Signori di Firenze, nonché imprenditori illuminati e lungimiranti, di fronte ad una crescente domanda di olio d’oliva, per far fronte all’aumentare dei prezzi, decisero di intraprendere una politica di diffusione dell’olivicoltura in Toscana. Il tutto nell’intento di rendersi in futuro indipendenti dai commercianti di olio di oliva che detenendo il monopolio applicavano prezzi esosi e sempre più alti.
Fu così che I Medici in prima persona ed anche altre nobili famiglie fiorentine a loro collegate, iniziarono a regalare porzioni di terreno a chi si impegnasse a impiantare e coltivare l’olivo per la produzione di olio. Nasce in questo periodo anche l’istituto della mezzadria dove in una sorta di società primordiale, il proprietario ed il contadino, il primo conferendo terreno e mezzi, il secondo la mano d’opera, si dividevano equamente il frutto della produzione agricola.
Ovviamente in un rapporto di questo genere il contadino stesso, per quanto non fosse proprietario, aveva tutto l’interesse a far crescere la produzione ed a migliorare la condizione dei campi. Questo spiega anche il perché in Toscana ancora oggi I campi siano ben curati e tenuti.
Adesso l’olivo è principe indiscusso della campagna toscana ed il prodotto che ne deriva è un’eccellenza alimentare che ha un posto di primo piano in tutta la ricchissima cucina italiana.